DIETA E ALLATTAMENTO

Numerosi studi confermano che il regime alimentare, seguito durante l’allattamento e ancor prima in gravidanza, condiziona fortemente la secrezione lattea, con risvolti psicologici sia sulla madre che sul bambino. Un neonato allattato al seno assumerà tutti i principi nutritivi necessari, grazie alla completezza e all’equilibrio nutrizionale di questo alimento, che rappresenta, tra l’altro, anche il veicolo più efficace per il passaggio di anticorpi materni al lattante, proteggendolo da alcune fra le malattie più comuni dell’infanzia, quali otiti, gastroenteriti, infezioni respiratorie e urinarie.

Fabbisogno nutrizionale

Durante l’allattamento aumentano i fabbisogni nutrizionali della mamma in quanto la produzione di latte, richiede un maggior dispendio energetico. Ne consegue che l’apporto giornaliero pari a circa 2100 – 2200 calorie, assunte con la dieta in una donna adulta e di corporatura media, durante l’allattamento dovranno essere aumentate di circa 200 calorie, fornite all’organismo prevalentemente da cibi altamente proteici. Si tratta di una condizione necessaria, secondo gli esperti, per mantenere in buona salute mamma e bambino.

La dieta della nutrice, particolarmente in questo periodo, deve essere ben bilanciata dalla presenza equilibrata di tutti i nutrienti: lipidi, proteine e glucidi, frutta e soprattutto verdura. Qualunque cibo potrà essere assunto in quantità ragionevole, evitando però di preferenza dolci, troppi grassi, fritti e spezie.

Consigli dietetici

Per soddisfare l’aumentato fabbisogno di proteine e di calcio, rispetto alla dieta in gravidanza, si consiglia:

  • uno spuntino addizionale a base di latte, yogurt o formaggio;
  • il consumo di frutta e verdura, in particolare di quelle di colore giallo-arancio e verde scuro, per il contenuto di sali minerali e vitamine;
  • il consumo di pesce azzurro per l’apporto di acidi grassi omega 3, carne,  uova, olio di oliva (in quanto l’acido oleico è fondamentale per la maturazione del sistema nervoso del lattante) e legumi;
  • acqua in abbondanza: almeno 2,5 litri al giorno, aumentati a 3 litri nel periodo estivo;
  • l’esclusione di preparazioni elaborate, ricche di grassi saturi;
  • Il consumo moderato di caffeina, contenuta in caffè, the e bevande a base di cola e alcool, poiché passando nel latte, queste sostanze potrebbero causare irritabilità e insonnia nel neonato. Preferire nel caso, prodotti decaffeinati o deteinati (thè bancha);
  • l’abolizione tassativa di superalcolici, in quanto l’alcool etilico che passa nel latte potrebbe inibire la montata lattea e provocare nel lattante sedazione, ipoglicemia, vomito e diarrea;
  • l’esclusione del vino, compreso quello a bassa gradazione alcolica. Nel caso lo si consumi, è bene limitarsi a quantità non superiori a un bicchiere, una o due volta massimo alla settimana, esclusivamente durante i pasti;
  • l’eliminazione della birra che non ha nessun ruolo nel favorire la secrezione di latte, ma che invece può passare nel latte e renderlo amaro e sgradito al lattante;
  • la riduzione del consumo di cioccolato.
  • occorre soddisfare gli aumentati fabbisogni di alcuni elementi inorganici (calcio, iodio, magnesio e zinco soprattutto) e di vitamine (praticamente tutte con particolare attenzione per la A e la D). Oltre ai cereali, ai pesci e alle carni magre, al fegato e ai lipidi prevalentemente d’origine vegetale, gli alimenti da preferire sono latte, latticini, formaggi magri, frutta e verdura.

Cibi da evitare

È preferibile non includere (a meno che non abbiano fatto parte della già dieta in gravidanza) cavoli, aglio, cipolla, asparagi, peperoni, cetrioli, fragole, uva, ciliege, pesche, albicocche, formaggi fermentati (gorgonzola, brie), crostacei, molluschi, selvaggina, dolci alla crema o al liquore, cacao. Alcuni di questi alimenti possono infatti alterare il sapore del latte, essere dannosi per il bambino o esporlo al rischio di allergie. Inoltre è bene evitare anche alimenti per i quali la mamma abbia notato una relazione tra assunzione e scarso gradimento del latte da parte del neonato.

Possibili rischi dovuti all’alimentazione durante l‘allattamento

I rischi dovuti all’alimentazione durante l‘allattamento possono derivare da sostanze nocive, da una contaminazione microbica degli alimenti o da pratiche igieniche inadeguate in cucina. Durante l’allattamento è particolarmente elevato il rischio che mercurio e piombo, diossina e composti diossina-simili, passino al neonato attraverso il latte materno.

Determinati pesci contengono elevate quantità di mercurio (metil-mercurio). Per questo motivo è bene limitare il consumo di pesce spada, squalo e, in generale, di pesci di grossa taglia.

Il consumo di tonno fresco o di luccio di provenienza estera dovrebbe essere limitato a 1 porzione (130 g) per settimana. Il tonno in scatola deve essere consumato con moderazione. Si devono invece evitare aringhe e salmoni del Mar Baltico a causa dell’alto contenuto di diossina e di composti diossina-simili.

Leave a Reply