Il nutrizionista deve fornire una vera e propria educazione alimentare. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e la FAO (Food and Agriculture Organization) hanno dato una precisa definizione di educazione alimentare: “processo informativo ed educativo per mezzo del quale si persegue il generale miglioramento dello stato di nutrizione degli individui, attraverso la promozione di adeguate abitudini alimentari, l’eliminazione dei comportamenti alimentari scorretti, l’utilizzazione di manipolazioni più igieniche degli alimenti ed un efficiente utilizzo delle risorse alimentari”. L’obiettivo principale del nutrizionista non è assecondare il desiderio di dimagrimento ottenuto ad ogni costo per sfoggiare un perfetto bikini, ma è quello di educare il paziente alla conoscenza degli alimenti, degli effetti negativi che quantità eccessive o ridotte di questi possono avere sulla salute, nonché dell’importanza di avere uno stile di vita attivo. Solo attraverso la consapevolezza di ciò, una prescrizione dietoterapica può avere successo.
Per tale motivo il mio metodo è basato su un approccio non solo dietetico, ma anche educativo, finalizzato all’acquisizione, da parte del paziente, di regole comportamentali che, andando oltre la sola dieta, possano condurre la persona ad un graduale miglioramento dello stile di vita e ad una maggiore cultura del benessere.
“La conoscenza degli alimenti e la maggiore consapevolezza di sé, e quindi delle proprie esigenze nutrizionali, può aiutare il paziente ad avere un rapporto più equilibrato e sereno con il cibo e il proprio corpo”.